Ritorno a Rousseau
Per Camusso Renzi peggio di Berlusconi

Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parlando ai delegati del Congresso dell’Emilia Romagna, ha detto che “oggi”, nel paese e nel dibattito politico “il sindacato è considerato un ostacolo da rimuovere per tante ragioni”. La principale delle quali dipenderebbe dalla convinzione che “la rappresentanza sociale interferisca nel rapporto diretto col cittadino”. La polemica è verso Renzi che offre un’ ultima versione del contratto sociale, per cui tutto dipenderebbe in modo diretto dal consenso. Se stiamo a Susanna Camusso saremmo tornati a Rousseau, per il quale la rappresentanza era inalienabile. In questo modo si giunse alla dittatura: solo chi presumeva di interpretare la volontà generale attraverso il rapporto popolare, era in grado di governare. Una critica a Renzi che non è forse così esplicita, ma certo resta molto dura. Solo che la stessa Camusso ha dovuto ammettere di veder attaccata non l'esistenza del sindacato in generale, ma solo del sindacato confederale. Il che, ci si permetta di notare, smussa in parte le accuse rivolte a Renzi, in quanto non è che ripensare il sindacato nella sua istituzione formale, debba essere necessariamente un proposito dittatoriale, così come non è necessariamente un dittatore chi vede le difficoltà della democrazia rappresentativa e vuole aprire a forme di democrazia diretta. Il tempo di Rousseau è lontano e la democrazia qualche passo avanti, nonostante il ginevrino, che non l’amava, lo ha fatto. D’altra parte, Renzi è il capo del governo che vorrebbe escludere i sindacati, ma anche il segretario di un partito in cui è rappresentato proprio il precedente segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. Più che curioso sarebbe paradossale, per l’attuale segretario della Cgil, contestare il leader del partito in cui è stato eletto in parlamento il suo predecessore. Il governo che negherebbe la rappresentanza, non ha arrestato Epifani, il quale è invece libero di agire e di parlare e ha ricordato che persino Obama riconosce ai sindacati di contribuire alla ricchezza del paese. E’ vero, ma Obama parla del sindacato americano che difende i lavoratori sulla base della competitività delle aziende. Non sapremmo dire insomma se il modello negli anni proposto dalla Cgil o dalla Fiom sia in qualche modo equiparabile al modello del sindacato americano, a vedere anche i recenti rapporti Fiat Chrysler con il sindacato rispetti a quelli avuti in Italia, parrebbe di no. Per questo insomma non vediamo Renzi nei panni di Rousseau e consiglieremmo a Camusso di abbassare i toni. Non è che ora Renzi sarà peggio di Berlusconi?

Roma, 26 marzo 2014